Quando si è iniziato a pensare a YAP le applicazioni cloud native erano ancora in fase di test anche da parte dei “Big” dell’informatica, rendendo il progetto particolarmente ambizioso.
Abbiamo chiesto a Stefano Ciccarelli, il “padre” di YAP com'è nata questa idea così all’avanguardia e come è cresciuto il progetto in questi 10 anni.
Ciao Stefano, ci racconti com’è nato il progetto, così innovativo, di realizzare YAP?
L’idea risale al 2009 ed è collegata al mondo informatico di quegli anni. Oggi sappiamo tutti, o quasi, cos’è un’applicazione e la differenza tra le APP installate sullo smartphone e le web app. Nel 2009 invece c’erano molti siti web che fornivano informazioni a riguardo, ma pochi servizi specifici e poca interazione. In questo panorama Google, in maniera pionieristica, ed altre startup, iniziarono a dimostrare al mondo che le applicazioni web potevano essere realtà e potevano essere belle e potenti come quelle tradizionali. In quel periodo nacquero Gmail e Google Maps, per citare due esempi abbastanza famosi.
Nel 2008 Google aveva lanciato il suo cloud dedicato alle software house e nel 2009 lo potenziò con nuove funzionalità.
In questo contesto ho maturato l’idea di spostare il tradizionale gestionale per centri revisione all’interno di un browser, rendendo quindi il programma fruibile tramite internet.
Cosa ti ha fatto capire che poteva essere un’idea vincente?
Il fermento che c’era sul web, il successo di iPhone, il lancio di Chrome da parte di Google, la continua nascita di startup che invece di realizzare software per Windows sviluppavano software direttamente su internet ed utilizzabili ovunque erano cambiamenti troppo forti e troppo impetuosi per rappresentare solo una bolla: il mondo stava andando lì, non potevamo sbagliare.
Dal tuo punto di vista quali sono i punti di forza di YAP?
Oggi? Potrebbe reggere la prova del tempo. 10 anni fa? Era 10 anni avanti.
Se dovessi fare un bilancio di questi primi 10 anni del software, cosa ci diresti?
Direi che YAP è cresciuto bene e non è invecchiato. Da semplice gestionale per le revisioni si è allargato al settore dell’autoriparazione e della manutenzione pneumatici e soprattutto, grazie all’intuizione di Omar Montanari, si è dimostrato lo strumento perfetto per le realtà multi service.
In questi 10 anni ci sono state grandi evoluzioni nel mondo dello sviluppo software. In questo contesto, come si è evoluta la tecnologia di YAP?
Dal punto di vista tecnologico YAP è sostanzialmente invariato, il suo cuore è quello di 10 anni fa, e questa cosa è decisamente affascinante perché dimostra quanto fosse evoluta ed in anticipo sui tempi la strada intrapresa.
Oggi però, l’utilizzo che facciamo del cloud di Google è molto più pervasivo e possiamo dire di esserci affidati ad un player vincente, che continua a crescere ed investire proprio nel mondo del cloud.
E invece quanto è cambiato il tuo lavoro rispetto a quello delle fasi iniziali del progetto?
La sfida più grande è stata quella di crescere: è cresciuto il software, è cresciuto il team e sono cresciuti i clienti. Questa evoluzione l’abbiamo gestita applicando tutti i processi più moderni che via via l’industria del software ci ha offerto e continuiamo a farlo. Rimanere all’avanguardia credo che sia stata e sia tuttora la sfida più grande.
Abbiamo parlato del passato e del presente, non ci resta che un’ultima domanda, sul futuro questa volta: come ti immagini che sarà YAP tra 10 anni?
Bella domanda. Non ne ho idea… sicuramente sempre qualche anno avanti!
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